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La crisi Credit Suisse fara' default?

04.10.2022

Oggi la Banca Credit Suisse, e' una banca sistemica a rischio di trasformarsi, 14 anni dopo Ubs, nel nuovo Titanic del sistema creditizio elvetico. Oggi il titolo ha limitato le perdite alla Borsa di Zurigo (con un -0,93%), i credit default swap sono schizzati ai massimi storici, a 293 punti base sui cinque anni, dopo un messaggio del nuovo ad Ulrich Körner ai dipendenti che ha disorientato gli investitori. Un messaggio che riconosceva il "momento critico" della banca. I credit default swap sono strumenti che assicurano gli investitori dal rischio di fallimento della Banca Credit Suisse. Vederli a quota 293 punti, quasi come nel 2009, è il segno che il default non è un esito impossibile.

La crisi dell'istituto viene da lontano. Molti, troppi gli episodi incresciosi. Come il siluramento, nel 2020, del ceo franco-ivoriano, Tidjane Thiam, accusato di aver fatto spiare un altro manager in predicato di passare a Ubs. Come le dimissioni, un anno dopo, del presidente del Cda, Antonio Horta-Osorio, perché non rispettava le quarantene imposte dal Covid. L'istituto è addirittura finito in un processo per droga che vedeva coinvolti un ex dipendente della banca e due trafficanti bulgari: a Credit Suisse il tribunale ha inflitto una multa di 2 milioni di franchi, per "disfunzioni a livello di gestione della clientela e a livello giuridico".

Le crisi che hanno tirato a fondo la grande banca svizzera portano però il nome di due fondi di investimento finiti entrambi a gambe all'aria, Archegos e Greensill. Con il primo, messo in piedi dal finanziere statunitense di origine coreana Bill Hwang, Credit Suisse ha lasciato sul terreno, secondo Bloomberg, 5 miliardi di dollari. In Greensill, una finanziaria con sedi nel Regno Unito e in Australia, l'istituto di Paradeplatz ha perso 4,8 miliardi di dollari.

Ormai il titolo, quotato a Zurigo, si trova stabilmente sotto i 4 franchi. La perdita, da inizio anno, è stata del 56,36%. Durante lo scorso fine settimana, quindi a mercati chiusi, si è saputo ieri che la direzione di Credit Suisse ha contattato i principali clienti e investitori, per rassicurarli sulla solidità della banca. Dal canto suo l'attuale ad Körner, ha tenuto a sottolineare che «Credit Suisse dispone di un capitale e di liquidità solidi».

Infatti agli addetti ai lavori oggi, in realtà, vale meno di 10 miliardi di franchi, quando la rivale Ubs ne vale 50. Tornando al precipizio in cui sta finendo l'azione di Credit Suisse, c'è chi ritiene che una delle cause risieda in un possibile futuro aumento di capitale da 4 miliardi di dollari, secondo gli analisti del Kbw. La banca replica che «è troppo presto per parlare delle strategie aziendali». «Il timore dell'aumento di capitale - spiega a Repubblica Sergio Rossi, professore ordinario di Macroeconomia ed economia monetaria all'università di Friburgo - è solo uno dei fattori del calo in Borsa. Ce ne sono di più importanti, come il fatto che il portafoglio di Credit Suisse contenga una parte rilevante di titoli problematici e verosimilmente anche di crediti inesigibili alla luce della difficile situazione macroeconomica globale. È proprio per questi motivi che sarà necessario l'aumento di capitale che molti temono».

Dott. Di Tommaso Francesco