La lettera di una supplente alle insegnanti: «Fate scrivere la classe»
Scrivo questo articolo in risposta a quanto espresso in un video dal filosofo Umberto Galimberti sull'importanza del far svolgere i temi in classe poiché nel tema viene fuori la soggettività dello studente e fornisce la possibilità a ragazze e ragazzi di poter esprimere la propria emotività.
Egregio professor Galimberti ed egregi insegnanti di tutte le scuole, mi è capitato di fare un' interessante e molto proficua esperienza lavorativa in una scuola di Roma nel quartiere Talenti: quella di una supplenza a un'insegnante in una classe di quarta elementare. Ero molto emozionata perché mi ricordavo com'ero io e volevo osservare come invece sono le nuove generazioni e quindi cosa significa essere dall'altra parte. Confesso che inizialmente non è stato semplice avere la giusta autorevolezza in un posto di lavoro che richiede una fortezza d'animo e pazienza nell' insegnare e anche nell'educare. All'inizio non è immediata, soprattutto dietro una cattedra di scuola.
Vorrei raccontare un episodio avvenuto a seguito di un pomeriggio in cui sono tornata a casa quasi sconfitta, pensando di non aver ben svolto il lavoro di supplente perché in fondo avevo lasciato troppo da fare alla classe. Avevo deciso quindi che la mattina seguente dovevo rimediare e non permettere che tutta quella vivacità non venisse espressa nel giusto modo.
Ho pensato di chiedere alle alunne e agli alunni due temi: uno sul rispetto di sé e sul rispetto per gli altri, su chi erano gli altri per loro e cosa significava rispettarli (alla lavagna avevo scritto una serie di esempi), l'altro sul perché secondo loro ogni mattina andavano a scuola e c'erano degli insegnanti e anche dei supplenti.Ritengo che durante il percorso scolastico avvenga il primo impatto con la società al di fuori della famiglia e si sviluppano i rapporti con l'altro. La mia intenzione era far emergere in loro uno spirito di osservazione critico nei confronti del mondo circostante e lasciar loro la possibilità di esprimersi su cosa stavano imparando.
Ritengo utile far svolgere temi di questo tipo alle elementari, poiché i risultati sono stati molto positivi. Gli alunni socializzavano più spontaneamente,erano più partecipi alle lezioni, ( sono sincera rappresentavano già una bella classe e le insegnanti avevano fatto un ottimo lavoro).L'importante era che si sentissero in diritto di poter esprimere un proprio pensiero su quello che li circondava e quello che facevano, nonché sviluppare un primo e suppongo molto importante approccio sulla cognizione di una parola che spesso non viene mai insegnata: rispetto. Non credo ci sia un'età per insegnarlo penso che però i ragazzi e le ragazze di oggi siano abbastanza maturi e svegli per capirlo.
DI VALENTINA DI TOMMASO