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NOTA TRIMESTRALE SULLE TENDENZE DELL’OCCUPAZIONE - III TRIMESTRE 2021

20.12.2021

DAL SITO ISTAT. Nel terzo trimestre 2021 l'input di lavoro, misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), aumenta sia in termini congiunturali (+1,5% rispetto al secondo trimestre 2021) sia su base annua (+3,7% rispetto al terzo trimestre 2020); lo stesso andamento si osserva per il Pil, in aumento rispettivamente del +2,6% e +3,9%. L'occupazione, a sua volta, presenta una rilevante crescita congiunturale e tendenziale. In tale contesto, le informazioni provenienti dalle diverse fonti dettagliano i seguenti aspetti:  Su base congiunturale, la crescita dei dipendenti risulta in termini sia di occupati (+0,9%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) sia di posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+2,6%, Istat, Rilevazione Oros). Per queste ultime l'aumento è il risultato di una crescita moderata nell'industria in senso stretto (+0,6%), più rilevante nelle costruzioni (+2,6%) e decisamente sostenuta nei servizi (+3,5%; Tavola 1). La crescita congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti trova conferma nei dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali relativi alle Comunicazioni obbligatorie (CO) rielaborate1 che evidenziano un aumento di +163 mila posizioni negli ultimi tre mesi, sia a tempo indeterminato (+47 mila rispetto al secondo trimestre 2021) sia a tempo determinato (+116 mila; Tavola 2). Nel terzo trimestre 2021 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 584 mila (+18,3% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 421 mila (+20,0%; Tavola 2). Anche su base tendenziale, l'occupazione dipendente è in aumento in termini sia di occupati (+3,3% in un anno, Istat-Rfl) sia di posizioni lavorative dei settori dell'industria e dei servizi (+5,0%, Istat-Oros). I dati delle CO mostrano, analogamente, una significativa crescita delle posizioni lavorative (+688 mila rispetto al terzo trimestre del 2020), che riguarda tutti i settori di attività economica a eccezione di quello agricolo; la dinamica positiva trova conferma nei dati dell'Inps-Uniemens (+557 mila posizioni in una anno; Tavola 1), con le differenze sostanzialmente imputabili al diverso perimetro di osservazione.